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lunedì 28 gennaio 2013

The kangaroo hop


lunedì 14 gennaio 2013

Pro e contro il ragtime


Durante il periodo di maggior sviluppo, intorno cioè ai primi anni del 1900, il ragtime comincia ad avere entusiasti sostenitori e agguerriti denigratori. Sul fronte dei sostenitori, c'è chi comincia a capire che questa nuova musica è la musica che rappresenta l'america nel mondo. A metà tra tradizione europea ed espressione della sensibilità africana del nero figlio di schiavi, il ragtime è frutto di un'alchimia unica che solo nel crogiolo degli Stati Uniti d'America poteva compiersi.
Di contro c'è chi dice che il ragtime è la musica del diavolo. Il bigottismo agli inizi del XX secolo è forte e controlla tutti gli aspetti della società americana. Quella musica, suonata nei bordelli e nei saloon, non può che avere un aspetto demoniaco agli occhi dei benpensanti e bacchettoni. Aggiungiamoci poi quel ritmo sincopato ossessivo, che porta ad una "estasi" o "perdita di sé", fortemente contrario alla rigidità formale della musica classica europea. Tutto ciò è condito da una buona dose di razzismo, dove il nero non può e non deve essere il protagonista in un ambito prettamente riservato al bianco, ossia quello dell'arte e della cultura. Quindi il ragtime è visto come un genere di musica pericolosa, che ha la facoltà di deviare la gioventù dalla retta via.

Lo stesso Joplin fu costretto a lasciare Sedalia, per trasferirsi nella vicina ma più grande St. Louis, a causa dell'ostracismo dei bigotti, nonostante avesse già avuto un successo clamoroso nella vendita dello spartito di "Maple leaf rag". E' bene ricordare che tra i bigotti non c'erano solo perbenisti bianchi, ma anche molti neri. Nonostante ciò il ragtime ebbe una fortuna e un successo sempre crescente, e Joplin fu acclamato come uno dei geni musicali che l'america abbia mai partorito.