martedì 21 aprile 2015
Pianoforte: tutti lo vogliono
Gli inizi del xx secolo possono vantare vari record riguardo alla musica popolare in generale e, per quanto ci riguarda, per il ragtime. Si cominciano a vendere milioni di copie di spartiti musicali. E, complice il ragtime, anche l’industria dei pianoforti ha un impennata produttiva mai vista prima. Tra i produttori più forti ricordiamo Chickering e Steinway.
Verso la prima metà del 1800 si producevano esclusivamente pianoforti a coda, dalla seconda metà del’800 e inizio 1900, si cominciano a produrre pianoforti verticali da parete, anche per venire incontro alla mancanza di spazio delle case moderne. I primi pianoforti verticali sono molto elaborati e pieni di elementi decorativi per poter integrarsi con l’arredamento dell’epoca, in seguito, con il cambiare dei gusti estetici, diventano sempre più essenziali anche se manterranno sempre l’aspetto di “mobile” importante della casa.
Sul finire dell’800, il pianoforte viene considerato uno status symbol e ogni famiglia che poteva permetterselo ne comprava uno. Nel 1910 si ebbe il picco di vendite: un americano ogni 252 possedeva un pianoforte. Il pianoforte è sia nelle case che immancabilmente nei saloon, nei bordelli e nei luoghi di ritrovo. C’è chi suona ad orecchio, chi può permettersi lezioni di piano, chi cerca di suonare l’ultimo successo della Tin Pan Alley o quel ragtime sentito nel saloon o nel bordello della città. Comunque la musica se ne sentiva tanta e moltissime persone volevano riprodurla mettendo le mani su un pianoforte.
Fonte: "The Rise of Selfishness in America" di James Lincoln Collier
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